Sull’utilizzo e l'utilità delle erbe spontanee commestibili si ha un'ampia tradizione orale e varie testimonianze scritte. L’uso di andar per campi a raccogliere erbe per uso alimentare e curativo si è tramandato per secoli, da quando l’uomo da cacciatore e nomade è diventato stanziale, quindi coltivatore. In ogni latitudine del globo, l’alimentazione a base di erbe è stata una costante, così come il loro utilizzo in medicina. L’impiego alimentare delle verdure spontanee è una pratica diffusa in tutta Italia, ma la scelta delle piante varia nei diversi distretti regionali: alcune specie sono apprezzate sulle tavole di tutto il territorio nazionale, altre, invece, vengono raccolte e consumate solo all’interno di delimitate aree geografiche.
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Clik here to view.Il volume di Aboca è un manuale agevole e di facile consultazione, che vuole avvicinare i lettori alla conoscenza delle numerose piante spontanee commestibili e facilmente reperibili nelle nostre campagne. Gli autori intendono stimolare il ritorno all’uso di piante selvatiche di lunga tradizione, che costituiscono una preziosa e grande risorsa nutrizionale e culturale e giocano un ruolo chiave nella salvaguardia della salute.
Ciò attraverso un necessario "ritorno" ai saperi e ai sapori tradizionali con le piante non solo nutrimento, ma anche centro di miti, simbologie e rituali, oltre che fonti inesauribili di principi attivi e benefici. Corredato di numerose e suggestive immagini fotografiche a colori, il libro è costituito da una prima parte a carattere introduttivo e generale, ed una seconda che propone le schede di circa 80 piante selvatiche.
Alle descrizioni botanico-tecniche si affiancano “storia, miti, leggende e usi particolari” delle singole piante; quindi le modalità della loro raccolta; gli impieghi alimentari e salutari.
Numerosi gli usi tradizionali delle erbe che si evincono dalla lettura del testo e le tante "curiosità": chi sa, ad esempio, che nel 1630, durante la peste di Tolosa, quattro ladri potevano compiere impunemente furti d'ogni genere senza temere il contagio, grazie alla protezione fornita loro da una mistura di angelica, zenzero e aglio? O che la regina di Ungheria, nel XVI secolo, tornò in salute grazie a un macerato a base di lavanda, rosmarino e menta? O che, per stare ai numeri, su circa 300.000 piante, solo una percentuale tra lo 0,5 e il 10% è tata finora accuratamente studiata, e che quindi tante "scoperte" siano ancora possibili? Oltre gli aneddoti storici, il libro offre un aiuto concreto e tanti preziosi suggerimenti pratici su come utilizzare e rendere quindi più salutare, originale e vivace la cucina, piante dai nomi arcani, ma conosciutissime dalla notte dei tempi, come le radici di crespigno, i fusti più teneri dello scolimo, le foglioline della portulaca.
Per maggiori informazioni puoi consultare la scheda del libro su Aboca Museum
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